lunedì 6 luglio 2015

Pioggia, vento e casini: di come Spoletta divenne un motociclista

Che altro delirio è questo? Tranquilli, non è morto nessuno (forse). Vi spiego, vi.

Succede che, come vi ho già detto fino ai peggiori effetti nefasti della nausea, io SAREI un cantante lirico, per la precisione tenore drammatico (e in effetti è drammatico lavorare come tenori in questi anni), e che - non spesso, ma alle volte capita - ogni tanto riesco ad avere dei ruoli da solista in alcune rappresentazioni. Cose non grandi, ma non mi posso lamentare, e che PARE SEMBRA FORSE possano evolvere ulteriormente. Ma questa, come dicono quelli bravi, è un'altra storia.

Oh. Quindi, dicevo, c'era questa Tosca che si doveva fare ieri sera qui in zona Pisa (sarò volutamente vago con nomi e zone, il perché non ve lo dico gne gne gne), e per questa Tosca mi è capitato il ruolo di Spoletta, ufficiale della Polizia durante il periodo Napoleonico (pre- e post Marengo, diciamo). Annateve a legge' la storia di Tosca, il libretto oppure ancor meglio qui, che vi fate anche le ridarelle.

In realtà, avrei dovuto subodorare che qualcosa sarebbe andato per il verso sbagliato il giorno in cui vado a fare le prove. Mi arriva infatti testé un messaggio in cui si legge: "Mentore ciao, purtroppo non abbiamo un pianoforte a disposizione. Potresti portare la tua tastiera?" E tu certo che potresti, peccato che dei sintetizzatori che ho l'unico attualmente funzionante sia quello con la meccanica dei tasti PEGGIORE in assoluto. Solo che non c'è altra soluzione e allora via.

Vabbe' tanto sono quasi le tre, la prova è alle cinque, fammi vedere l'agenda LA PROVA NON È ALLE CINQUE, È ALLE TRE.

... Emmaporcadiquellamiseriainfameladra
Ok. Calma. Smonto la tastiera che pesa solo 25 kg (dite che è tanto? Il pianoforte digitale ne pesa 35), smonto l'amplificatore e le casse, tiro via i cavi, monto tutto, arrivo con SOLI 25 minuti di ritardo, saluto, smonto tutto (nel frattempo SUDO) e dai c'è tutto - NO: mancano i cavi che collegano amplificatore e casse.

Il mio insegnante di canto piange per la mia triste sorte, io invece:
Se sei scemo ti tirano i ceffoni
Ok. CALMA. Torno a casa, naturalmente nel traffico più totale, prendo i cavi che grazie a Zeus erano proprio là, arrivo di nuovo alle prove e non ho perso nient- dove è il cavo di alimentazione della tastiera? Non c'è, è a casa.
Risolta al volo rubando un cavo dalla sede (di necessità virtù). E com'è, come non è, le prove arrivano a termine in orario decente, nonostante un'ora di ritardo nell'iniziare.

MA PASSIAMO ALLA RECITA

che se state per dirmi "Ma non si dice recita, si dice rappresentazione, recita fa tanto scuole medie" si dice RECITA. Muti.

Appuntamento ore 19 in Quel Posto Là. Fa caldo, c'è uno splendido sole, sai che faccio? CI VADO IN MOTO, sì sì sì, non mi devo portare niente, visto che non s'è parlato di costumi o altro (ahi ahi ahi, quanto sono ingenuo). E vado. La moto è uno spettacolo, la faccio sfogare un po' seppur senza decollare. Arrivo. C'è già gente, bene bene, ammazza che caldo.

Dieci minuti prima delle 19 mi sento dire:

"E la tastiera l'hai portata?"

...
Eh??
Tastiera?
QUALE tastiera?

"Ma non eravamo d'accordo che portavi la tua per i suoni di organo?"

Evidentemente NO, altrimenti difficilmente sarei venuto in moto... In realtà non è colpa di nessuno, semplicemente non c'eravamo chiariti, ma saperlo ora non favorisce le cose.

Ore 18.55. L'assestamento inizia alle 19.
Ok, ormai l'orario è quello che è, sapete che faccio? VOLO a casa e torno con la tastiera. E l'auto, ovviamente. Datemi un tre quarti d'ora perché prima proprio non posso data la distanza.

Durante il viaggio casa / sede incontro:
  • una parata di Ape piaggio impegnatissimi nella loro missione di rallentatori di traffico (missione riuscitissima),
  • persone che ovviamente è venerdì, quindi il momento migliore per farsi una passeggiata in auto stando tra una corsia e l'altra, 
  • semafori che sai che c'è, resto sul rosso quella mezz'oretta, 
  • e simili amenità. 
Nel frattempo, gli accidenti che mollo hanno appena sterminato tutte le divinità minori della Grecia dei miti e qualche dio etrusco.

Arrivo, parcheggio.

Sudo.
Sudo MOLTO.
Sudo COPIOSAMENTE.
Sudo ENORMEMENTE.

E queste nuvolone nerissime e questi lampi non mi dicono niente di buono, ma boh, sarò pessimista io. Vabbe': prendo la bestia, il supporto della bestia e il leggio, e con il giubbotto da motociclista ancora addosso mi faccio circa 250 m a piedi sbuffando come un mantice e sudando TANTISSIMISSIMO.

Arrivo, monto subito la tastiera e ovviamente programmo al volo un suono di organo, dopo aver seccato anche gli dei Norreni perché nessuno aveva pensato che la mia bestiola, come le altre, non ha un'amplificazione interna. Meno male che i tecnici del suono sono dei professional che lévati.

NEL FRATTEMPO

PIOVE

o quantomeno inizia stranamente a gocciolare ("stranamente": praticamente eravamo sovrastati da un IMMANE quanto imprevisto fronte nuvoloso). Ora, voi capite che un sintetizzatore, costosetto tra l'altro, non ha tra le sue massime ambizioni quella di rimanere acceso sotto l'acqua. Però ottimisticamente (insomma) decidiamo di aspettare ancora un po', sono solo due gocce.
... Come fai a essere così ingenuo?
Sempre nel frattempo, io:
"Ma a proposito, i costumi?"

"Non ci sono mica i costumi. È successo così e così e quindi abbiamo rimediato cambiandoci e rivedendo tutto in uno stile più moderno, ma non lo sapevi?"

Ecco, io, effettivamente,

 NON LO SAPEVO

e saperlo all'ultimo istante ha comportato la scomparsa di varie divinità orientali.

Ma vabbe'. Rifletti, come la sistemiamo? Tanto siamo tutti in stile moderno, io ho la giacca da motociclista e i guanti... Ok: Spoletta è un poliziotto motociclista. La cosa va bene a tutti. Tranne che alla mia sudorazione.

Ah, si diceva della pioggerella, che nel frattempo costringe i tecnici a coprire tutto e me a gettarmi a corpo morto sulla tastiera, bagnandomi tutto. Ma tanto ero coperto da uno strato di sudore di circa 1 cm di spessore, quindi non è che cambiasse molto.

Come dite? Se ero sudato? Un po', sì.

Dopo circa mezz'ora di concertazioni e rielaborazioni, e considerando che il cast sarebbe stato impegnato per le settimane successive, si trova la soluzione alternativa: andare in un cinema/teatro là vicino.

Con l'abortita collaborazione di un corista ("Accidenti scusa, ho dimenticato di andare a riprendermi lo zaino!" "Non importa, lasciami tutto, SONO SOLO DUECENTO METRI COSA VUOI CHE SIA" e stavolta tocca alle divinità del Tibet) riprendo tutta la roba e tanto mica avevo sudato che riporto tutto in macchina.

La tastiera fa anche a tempo a prendere un colpo a terra, parzialmente assorbito: ora è là, a casa, spenta, che non ci provo nemmeno ad accenderla, mentre tutti gli dei egizi tremano di terrore.

Arriviamo al teatro che 
  • i parcheggi sono TUTTI occupati,
  • piove E PARECCHIO ANCHE,
  • la programmazione fatta al volo sulla tastiera è ovviamente andata e dovrei rifarla. Ma COL CAVOLO! La bimba è fradicia e ormai sono troppo lontano dal teatro. Ciao baby.
E infatti arrivo in teatro e il maestro del coro, giustamente, mi chiede dove sia la tastiera. La mia risposta, più gentile possibile perché oh mica è colpa sua, eccheccacchio, è

"Scusami ma 1) è a un km da qui e 2) è bagnata fradicia. Ah, 3) ho finito le braccia e non ce la faccio a portarla".  Diplomatico, no? Nel frattempo sono composto più da sudore che da essere umano.
D'altronde, l'omo ha da suda'

 E QUINDI?

direte voi, miei piccoli amici, alla fine com'è andata?

BENE.

Per quanto possa sembrare incredibile, non solo siamo riusciti a iniziare, ovviamente con oltre mezz'ora di ritardo, ma - e questa è proprio fantascienza - nel teatro c'è un pianoforte PERFETTAMENTE ACCORDATO e non è stato necessario fare altro.

E siccome i miei colleghi sono schifosamente BRAVI, ecco che fin da subito siamo riusciti a fare un bel lavoro, anche grazie alla bravura dei coristi del San Nicola di Pisa che hanno saputo fare il loro "mestiere" come si deve.

E "per quanto possa sembrare incredibile" II, perfino l'apparire in giubbotto da motociclista ha avuto il suo peso in senso positivo. E anche in senso sudativo.

L'ho detto che ho sudato parecchio?

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